I capi di Arezzo incontrano padre Brasca nell’assemblea di zona

I capi scout della zona di Arezzo dell’Agesci si ritrovano nella basilica di San Francesco per una serata di formazione e di confronto. Venerdì 18 novembre, a partire dalle 19.00, si terrà l’assemblea annuale di zona che rappresenta il principale momento d’incontro tra i centotrenta educatori dei quattro gruppi cittadini e dei tre gruppi delle vallate: l’Arezzo 14 che fa capo al centro storico, l’Arezzo 2 con sede nella parrocchia del Sacro Cuore, l’Arezzo 7 situato nelle parrocchie di San Marco e dell’Orciolaia, l’Arezzo 8 nella parrocchia di San Donato, oltre a Casentino 1, Cortona 1 e Valtiberina 1. «L’assemblea di zona – commentano i responsabili di zona Francesco Spadini e Claudia D’Ippolito, – è il principale momento democratico di un’associazione che, sul territorio di Arezzo, rivolge le proprie attività di gioco, avventura e servizio a quasi seicento soci dagli otto ai ventun anni».

Nel corso della serata verranno eletti i nuovi membri del comitato di zona (l’organo che ha il compito di coordinare tutti i sette gruppi e di sviluppare lo scautismo sul territorio) e il capo che rappresenterà la zona di Arezzo nel consiglio generale nazionale che decide le linee guida dell’azione dell’Agesci. Inoltre sarà presentato il programma di zona con tutti gli eventi per capi e ragazzi in calendario nel 2016-2017, e verrà votato il bilancio consuntivo 2015-2016 e il bilancio preventivo 2016-17. Oltre al saluto dell’arcivescovo Riccardo Fontana, la serata si aprirà con una preghiera tenuta dall’assistente ecclesiastico regionale don Luca Albizzi e sarà arricchita da un incontro formativo dedicato alla fede e alla catechesi che vedrà l’assistente ecclesiastico nazionale padre Davide Brasca come relatore sul tema “Il capo testimone”. «Un capo deve essere un testimone di fede per i propri ragazzi – aggiungono Spadini e D’Ippolito, – dunque nell’anno del centenario dello scautismo cattolico ci sembrava doveroso proporre questa formativa per rendere più forti e più consapevoli i capi sul loro ruolo educativo».